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LO
STATO DEI FATTI
Stiamo preparando una trattazione storica completa della vicenda
della Sopraelevata di San Lorenzo, dalle origini ai giorni nostri.
Nel frattempo partiamo dalla coda: da una sintesi relativa alle
prospettive più immediate, a cosa è ragionevole aspettarsi,
e cosa – realisticamente - no.
Negli ultimi dieci anni le
giunte comunali si sono impegnate molto seriamente sulla questione
della chiusura della Sopraelevata
al traffico veicolare, e stanno continuando a farlo. Ma il problema è complesso
e la sua soluzione non è né semplice né a
portata di mano
Per fare chiarezza riassumiamo, dunque, in modo molto sintetico
la situazione attuale, per inquadrare il problema nei suoi termini
reali.
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CAMBIAMENTI
In tempi brevi (da uno a due anni) in conseguenza dei grandi
lavori di ristrutturazione della Stazione Tiburtina, dovrebbe
effettivamente essere liberato dal traffico veicolare di scorrimento
un primo tronco della strada, quello che costeggia la ferrovia
nel segmento compreso fra la Batteria Nomentana e la
nuova Stazione Tiburtina, trasferendo il traffico
veicolare nella nuova sede viaria già realizzata sull’altro
lato della ferrovia, lungo il versante di Pietralata.
Gli Amici del mostro non hanno nulla in contrario a che ciò avvenga,
anzi, lo approvano e si augurano che la cosa possa accadere al
più presto possibile.
Peraltro, la strada in questo tratto non è sopraelevata
e di conseguenza, una volta liberata dal traffico veicolare,
la sede viaria non sarà distrutta ma diventerà oggetto
di un progetto di trasformazione.
Noi condividiamo e non vediamo nessun motivo per interferire
con queste decisioni.
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Foto aerea della sopraelevata, stato attuale |
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I veri problemi nascono nel tronco successivo,
dove ci sono ancora molte questioni da risolvere e molte decisioni
ancora tutte da prendere. |
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PERMANENZE
Non essendo ancora stata costruita
la prosecuzione del nuovo tracciato, nel futuro prossimo il traffico,
una volta superato l’incrocio
con la Via Tiburtina, non potrà fare a meno di ritornare nella
vecchia sede della tangenziale attraverso uno svincolo (attualmente
in costruzione) all’altezza del Cimitero del Verano.
Come già detto, non si tratta né di insipienza né di
disinteresse per il problema ma piuttosto del fatto che non si può inventare
con la bacchetta magica una nuova strada di scorrimento veloce all’interno
del tessuto della città consolidata.
Ma c’è di peggio: la questione è ancora più complessa
perché l’intero problema non può essere risolto
se non coinvolgendo anche l’area dell’attuale scalo
merci di San Lorenzo, che in un futuro non troppo lontano sarà liberata
e disponibile ma per il momento è tuttora in funzione.
È
evidente anche ai non addetti ai lavori che la
riconversione di un’area
di quelle dimensioni determina la necessità di un progetto
urbano di ampio respiro, che è cosa ben più grossa del “semplice” ridisegno
di una nuova arteria metropolitana.
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Perciò anche nel futuro prossimo, dopo essere tornata
a costeggiare il cimitero, la sopraelevata proseguirà il
suo vecchio tracciato lungo il percorso Largo Passamonti / Via
dello Scalo di San Lorenzo / sovrappasso dello scalo ferroviario
/ ridiscesa verso Via Prenestina-Viale Castrense, perché la
premessa di qualunque ipotesi di demolizione di questo tronco è che
prima venga trasferito altrove il traffico attuale, ed il problema
negli ultimi anni è stato oggetto di almeno due progetti
ma non ha ancora trovato una sua soluzione definitiva.
Bene: è proprio su questo
tronco di strada che si concentra la nostra attenzione perché questo è il tratto che
dopo l’eliminazione del traffico veicolare, invece di essere
demolito potrebbe essere trasformato
nella spina dorsale di un asse lineare di servizi per l’intero
quartiere. Come già accaduto
in molte altre città del mondo, da Parigi a New York.
Questo l’oggetto della lettera da noi inviata al Sindaco
di Roma e a tutti gli Assessori interessati.
Non solo perché ci è sembrato legittimo e ragionevole
mettere in dubbio la prospettiva della demolizione ma anche perché – date
le premesse – c’è tutto il tempo necessario
per valutare le ipotesi alternative senza ritardare di un
solo giorno una decisione (qualunque essa sia) comunque ancora
lontana
da prendere.
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Progetto dell’arch. Fioravanti.
Un primo svincolo dopo l’immissione
dell’autostrada Roma L’Aquila si fa carico
di convogliare il traffico da e per la via Prenestina.
Subito oltrepassato il
cimitero del Verano il nuovo viale di circonvallazione
e’ tutto
interno allo scalo merci, un nuovo tunnel sotto la ferrovia
gli permette di giungere fino a Porta Maggiore. La sopraelevata
viene
completamente dimessa dalla sua attuale funzione. |
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ECCEZIONI
Abbiamo detto
che all’interno di questo quadro
d’insieme c’era un’eccezione: sarebbe
in realtà possibile
realizzare anche subito la demolizione del ramo di discesa dal
sovrappasso dello Scalo San Lorenzo verso la Via Prenestina, perché le analisi
dei flussi di traffico operate negli ultimi anni giungono alla conclusione
che quel breve tronco è scarsamente utilizzato e la sua soppressione,
anche senza interventi di compensazione, non dovrebbe comportare conseguenze
negative nel traffico urbano del quartiere. Al contrario, l’eliminazione
dei piloni dalla sede stradale migliorerebbe il traffico locale.
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Prendendo per buone le
suddette analisi del traffico, ci sono sicuramente molti buoni
motivi per ammettere che quello
della Via Prenestina è un caso limite, con la rampa di discesa che
scorre all’altezza del settimo piano delle case, vicinissimo
alle finestre degli appartamenti.
In teoria sarebbe possibile ipotizzare un processo di assegnazione
della strada agli appartamenti, ciascuno dei quali potrebbe appropriarsi
della porzione che lo fronteggia ed assumerla come terrazza-giardino.
Nella realtà, rimarrebbe un forte condizionamento della
strada sugli appartamenti dei livelli inferiori che non si avvantaggerebbero
in nessun modo di quella permanenza.
Peraltro sarebbe auspicabile che
l’eventuale demolizione
immediata riguardasse solamente il ramo di fronte alle case, e
che venisse preservato il doppio sistema triangolare sul sovrappasso
della Via Prenestina, non direttamente incombente sull’edilizia
residenziale e sicuramente meritevole di maggiore attenzione
progettuale relativa a un suo possibile riuso come spazio pedonale
pubblico
attrezzato.
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Rampa di discesa sulla via Prenestina |
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Pertanto, nel
confermare che non interferiremo in alcun modo in questa decisione,
né per favorirla né per scongiurarla, se la scelta
sarà quella di demolire gli Amici del Mostro si impegnano
a monitorare l’evento con la massima attenzione, professionalità e
oggettività, per raccogliere dati sicuramente preziosi rispetto
al ben più vasto problema del “che fare” relativo
a tutto il resto del manufatto architettonico.
In questa prospettiva, proprio per affrontare l’eventualità nel
miglior modo possibile, formuliamo una proposta concreta:
quella di provvedere immediatamente alla chiusura al traffico delle
rampe
per usarle, durante la fase di preparazione che necessariamente
precederà l’inizio dei lavori, come
un “laboratorio
di quartiere”: innanzitutto per verificare nella realtà quotidiana – e
per un periodo più lungo delle due settimane di ferragosto
2003 - l’impatto della pedonalizzazione sul traffico locale.
Ma anche per sperimentare nuove frontiere: come luogo d’incontro
e di confronto tra i cittadini; come osservatorio attraverso il
quale cominciare a monitorare lo stato delle cose; come punto di
riferimento per tutti quanti siano interessati allre prospettive
future della sopraelevata, non solo riguardo alla porzione che
insiste sulla Via Prenestina ma anche per tutto il resto della
strada.
Poi, il giorno in cui inizieranno i lavori di demolizione, il laboratorio
(se avrà dimostrato di essere di una qualche utilità)
potrà trasferirsi altrove. Ma intanto, da subito, non
lasciamoci sfuggire un’occasione preziosa e irripetibile
come la fase di preparazione ai lavori: sperimentiamo per un breve periodo un
uso diverso della struttura architettonica del “mostro”,
ancora da scoprire e da inventare!
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